E’ naturale, credo, che un compositore chiamato a riflettere sulla situazione della musica contemporanea cerchi di mediare tra la propria esperienza personale, che ha il valore di tutto ciò che realmente si conosce, e il pensiero generale – quell’insieme di idee, studi, canali organizzativi, intenti politici e culturali – con il quale ha dovuto o potuto confrontarsi.